“La scuola delle mogli” di Molière al teatro Verga di Catania.

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La scuola delle mogli è una commedia di Molière rappresentata per la prima volta il 26 dicembre 1662 nel Teatro del Palais-Royal a Parigi. Essa è l’espressione della più compiuta maturità del commediografo francese. Il tema della commedia, ritenuta in parte autobiografica, è il contrasto tra la gelosia e la ragione, impersonate da Arnolfo e Crisaldo.
La commedia, che con arguzia attacca la morale dell’epoca, fu oggetto di scandalo, tanto da rendere difficile per Molière la pubblicazione delle commedie seguenti, nonostante la protezione di cui godeva presso Luigi XIV. Tutta Parigi, con Luigi XIV e la famiglia reale in testa, accorse a vedere ed applaudire uno spettacolo.
I benpensanti accusarono l’autore di essere volgare e immorale, specie con riferimento all’ambiguo dialogo tra Arnolfo e Agnese al second’atto, ed ancor più per le “Massime del matrimonio”, assimilate ad una presa in giro delle “prediche” o a parodia dei Comandamenti. 

Insieme a Il misantropo, la commedia segna il passaggio dal teatro comico precedente, caratterizzato dalla divisione tra buoni e cattivi e alla ripetizione di innumerevoli cliché e trucchi teatrali, al nuovo teatro realistico, conservandone però elementi come il lieto fine, ottenuto nonostante l’inverosimiglianza del racconto finale. I personaggi hanno una psicologia complessa, e la contrapposizione di Arnolfo e Crisaldo non è inconciliabile come quella delle maschere della Commedia dell’Arte, ma è dovuta piuttosto a una differenza di vedute relativa alle consuetudini e alla realtà sociale dell’epoca.

Eros Pagni in La scuola delle mogli teatro Catania

«Certo – sottolinea Sciaccaluga – la commedia parla di corna e contrasto generazionale, e innumerevoli sono le occasioni per ridere, ma in Molière la risata è la chiave per scoprire tante verità. La trama può essere raccontata come il contrasto tra il sogno totalitario di Arnolfo e la libertà individuale che si concretizza, a loro insaputa, nell’amore che nasce “naturalmente” tra Agnese e Orazio».

Sciaccaluga sposta l’ambientazione dal Seicento al primo Novecento. «Molière propone una piccola storia privata di provincia, attraverso la quale però sa far nascere l’immagine di un’umanità e di una società senza tempo, dove si alimenta l’illusione che catechismi, regolamenti, ideologie possano piegare la natura al loro programmatico volere. Ci è sembrato di leggere in ciò il rinvio a una realtà piccolo borghese. Con gli scenografi abbiamo fatto diversi tentativi, guardando agli ultimi due secoli prima di fissarci in quell’epoca specifica, non per precise ragioni critiche ma per una serie di suggestioni culturali, che in me hanno riguardato soprattutto certo cinema francese, in primo piano Chabrol, che forse meglio di ogni altro ha saputo dare spessore universale all’evocazione di un affresco provinciale».

Una scelta che esalta la forza deflagrante del testo. «Ciò che veramente mi interessava – conclude Sciaccaluga – è raccontare quella storia che Molière confina in un microcosmo avendo però la capacità di farlo esplodere, in modo da investire la realtà contemporanea, come spero possa accadere alla nostra scatola scenica, che rinvia a un universo in cui si sente il profumo di baguette e il suono della fisarmonica, ma anche a piccole cose di cattivo gusto, a segreti nascosti, a orchi in agguato, che cercano invano di condizionare lo sbocciare della natura».

In tre mesi di tournée nazionale, la nuova produzione ha raccolto ottimi consensi, a conferma della qualità che contraddistingue gli allestimenti dello Stabile di Genova, di cui Sciaccaluga è condirettore: una lunga serie di successi, in gran parte firmati dallo stesso Sciaccaluga e affidati al versatile estro di Pagni, autentica colonna del prestigioso ente teatrale.
Nel cast spiccano altresì Alice Arcuri (Agnese) insieme a Roberto Serpi (Orazio), Roberto Alinghieri (Alain), Mariangeles Torres (Giorgina), Federico Vanni (Crisaldo), Marco Avogadro (Enrico), Massimo Cagnina (Oronte) e Pier Luigi Pasino (un notaio).

Dal 5 al 17 marzo va in scena al Teatro Verga “La scuola delle mogli” di Molière, versione italiana Giovanni Raboni, regia Marco Sciaccaluga, scena Jean-Marc Stehlè e Catherine Rankl, costumi della stessa; musiche Andrea Nicolini, luci Sandro Sussi; produzione Teatro Stabile di Genova.

 

 

 

Author: Redazione

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