Dal 2 febbraio al 30 marzo, al Castello Ursino di Catania, si terrà la mostra espositiva Diva Agata nelle stanze del sogno.
Tra segno, materia e forma dell’artista Antonio Santacroce, una mostra che illustra la produzione completa dell’artista.
Il progetto dell’evento nasce in seno alle feste Agatine sponsorizzate dall’UNESCO, riconosciute come occasione di divulgazione culturale a forte impatto locale ed internazionale, un’evento espositivo nel luogo simbolo di Catania il Castello Ursino.
La mostra prende forma seguendo un percorso che vuole presentare il racconto della vita artistica di uno degli interpreti più affascinanti della cultura figurativa mediterranea: Antonio Santacroce. Pittore e scultore contemporaneo, presente sulla scena artistica italiana ed europea da decenni, apprezzato da collezionisti e critici, nonché soggetto di innumerevoli pubblicazioni, Santacroce diventa l’occasione di un racconto fantastico e visionario dove i miti e le leggende archeologiche del mediterraneo riemergono grazie alla linfa vitale data da un segno elegante, dall’intervento creativo su un blocco di creta oppure, semplicemente, dal tocco fugace di una spatola intrisa di colore.
L’esperienza artistica di Santacroce si dipana per mezzo di un percorso che affonda le proprie radici nelle primissime opere degli anni Sessanta, per approdare alle ultime sperimentazioni di ineffabili cromie. L’evento espositivo ricostruisce l’evoluzione espressiva e la riflessione personale dell’artista fondate sulla rappresentazione umana e della sua esplicita indipendenza rispetto alla contemporanea scena artistica.
Disegni, grafica, ceramica, scultura e dipinti diventano la materia per dar vita ad un corpo espositivo che offre all’osservatore l’occasione di vedere il continuo mutare creativo del segno, della materia e della forma senza mai ripetersi, arrivando ad esiti inaspettati anche dinnanzi ai temi più tradizionali come: la “Diva Agata”.
L’allestimento interpreta in chiave scenografica il caratteristico processo compositivo dell’artista. La disposizione delle opere in sequenza, prospetticamente sovrapposte e sospese secondo l’ordine: segno, materia, forma, ricostruisce l’atto creativo dell’artista.
Attraverso l’evoluzione dei tre temi, il visitatore viene accompagnato all’interno del percorso espositivo che racconta il “modus operandi” di Antonio Santacroce, procedendo nella lettura delle opere per strati, in un itinerario catartico che culmina nell’opera la “Diva Agata”.
Orari della mostra: da lunedì a domenica dalle ore 9,00 alle ore 19,00.
Antonio Santacroce biografia
Antonio Santacroce Antonio Santacroce, errabondo pittore, disegnatore, incisore, scultore, compositore di scenografie teatrali, è nato a Rosolini (SR), città del carrubo, il 18 Dicembre 1945 alle ore 7 (ultimo di 5 figli di Giovanni ed Antonietta Moncada), ma i genitori lo registrano il 1 Gennaio 1946.
E’ iniziato all’arte dai disegni, con i quali il padre illustra i suoi scritti di satira politica in difesa dei diritti dei contadini, e dai bozzetti tratti dalle storie dei paladini di Francia, che il padre dipinge, andando a bottega da “Don Giuorgi u pitturi”, rinomato pittore di carretti siciliani della zona .
Nel 1958 muore il padre e nel 1959 si trasferisce a Catania e si iscrive all’ISA, alunno di Giuffrida, Comes e Ranno per tutto il triennio scolastico; contemporaneamente, la sera frequenta una Scuola di artigianato artistico, dove conosce le tecniche del mosaico e delle vetrate.
Prima Mostra Collettiva : Premio Gioventù Studentesca (CT, ‘62).
Prima Personale: La Scaletta (Catania, ‘65);la più recente: Casa da Vinci(Freitag, ‘01). Dal 1962 al 1967 lavora per il Teatro catanese; nel ‘63 ottiene una medaglia d’ oro per la pittura all’Istituto Gemmellaro di Catania; nel Giugno ‘67 parte militare, nel 1968 vende la casa di Rosolini e, nel 1969, si trasferisce a Roma, dove entra in contatto con artisti svizzeri tra cui J. Gachnang che Lo introduce nel mondo dell’incisione.
Trasferitosi in Svizzera, lavora come operaio nelle ferriera di Wohlen e frequenta i musei di Zurigo, Basilea e Berna, spostandosi fino ad Amsterdam e Delft. Tornato a Catania, nel 1971 si dedica allo studio della storia dell’arte, della matematica e della geometria, finalizzate all’approfondimento delle “proporzioni armoniche”.
Insegna al Liceo Artistico di Catania ed incide le sue prime acqueforti ed acquetinte su un torchio Brissè, l’unico nella Sicilia orientale; viaggia in Germania e Svizzera, ammira Bellmer, la Kollwitz, Klee e Kandinsky. L’opera del Santacroce si muove tra una costruzione armonica proveniente dalla memoria di una classicità antica ed arriva alle strutture di Klee nelle quali inserisce un segno dinamico, dato per sovrapposizioni continue. Nel 1989 insegna al Liceo Artistico di Zurigo della Kantonsschule Freudenberg; dal 1991 vive e lavora tra Svizzera ed Italia (Zurigo, Romainmotier e Catania).
Farina ritiene che “va cercando e trovando il suo Sogno Archelogico…….” mentre per Gallo “ha dato vita plastica al suo mondo pittorico, facendo crescere su sè stesso le germinazioni di una poetica fondata sulla figurazione allusiva…. ”. Secondo Micacchi, “è un lirico autentico e di allucinata tensione dello sguardo…” mentre per Consolo è “il pittore sognante, rabdomante ispirato, contro il grigio insonoro, la stasi che prelude al silenzio”. Nel settembre del 2002 una delle sue sculture “Madre e Figlio” venne collocata in Piazza Castello ad Acicastello (CT).