Non vogliamo cadere nella banale retorica delle ricorrenze, ma pensiamo che la figura, le sue parole, il suo lavoro e la vita di Giuseppe Fava abbiano contribuito a fare sentire questa terra e i siciliani un pò più liberi. Liberi anche di scrivere. Dopo tre, quattro e forse cinque generazioni di siciliani sanno che se un comune blog, portale, sito web sia anche merito di Fava. Ecco perchè segnaliamo il programma del 5 gennaio 2012 a Catania.
I Siciliani hanno conquistato la Sicilia. Il nostro giornale in meno di due mesi è riuscito in una impresa senza precedenti, diffondere cioè la sua presenza in ogni centro dell’isola, dalla grande città al paese più sperduto dell’interno, e dovunque con lo straordinario favore della pubblica opinione. […] Non c’era stato mai finora uno strumento di informazione, giornale o emittente televisiva, che avesse potuto o saputo penetrare così rapidamente e profondamente sull’intero territorio della regione e con una manifestazione di stima così spontanea. Come se nella coscienza siciliana ci fosse un grande vuoto della conoscenza, una specie di spazio deserto della cultura, che il nostro periodico è venuto ad occupare. […] Forse è la prima volta che la Sicilia viene interamente conquistata da Siciliani, i quali da questa conquista muovono per una avanzata verso la Nazione: non più oggetto o semplici destinatari, ma portatori, anzi protagonisti della cultura. [Giuseppe Fava, Una sfida al Sud, Marzo 1983]
Giuseppe Fava nasce a Palazzolo Acreide (SR) il 15 settembre 1925.
Subito dopo la laurea in giurisprudenza, Fava si dedica al giornalismo: professionista dal ’52, caporedattore del quotidiano catanese Espresso sera, inviato speciale del settimanale milanese Tempo Illustrato, firma autorevole per molte testate nazionali.
Pittore, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, saggista, giornalista: la vita professionale di fava è incredibilmente intensa. Fra i suoi romanzi più conosciuti, Gente di rispetto (Bompiani 1975 a cui s’è ispirato l’omonimo film per la regia di Luigi Zampa), Prima che vi uccidano (Bompiani 1977) e Passione di Michele (Cappelli 1980, dal quale è stato tratto il film “Palermo oder Wolfsburg” vincitore del festival di Berlino).
Nei due volumi Processo alla Sicilia (1970) e I Siciliani (1978) sono raccolte le sue inchieste giornalistiche più significative.
Fra le sue opere teatrali ricordiamo Cronaca di un uomo (Premio Vallecorsi), La violenza (Premio IDI), Il proboviro, Opera Buffa, Bello bellissimo, Foemina ridens per arrivare a Ultima violenza rappresentata al teatro Verga di Catania nel novembre 1983, un mese prima della sua morte.
Nel 1980 gli viene affidata la direzione del Giornale del Sud. E’ subito un giornale irriverente, senza prudenze, nè ossequi. Non poteva durare: licenziato dagli editori nel 1982 Giuseppe Fava fonda i Siciliani insieme a quella redazione che con lui aveva condiviso la scelta etica di un giornalismo senza ossequi nè reticenze.
I Siciliani diventa subito un caso giornalismo e politico nazionale: la Sicilia come metafora, le collusioni inconfessabili, la trappola nucleare di Comiso, i nomi e cognomi dei nuovi padroni dell’Isola…
Lo fermano cinque pallottole alla nuca, la sera del 5 gennaio 1984. Fava non fa in tempo a voltarsi nè a stupirsi. Probabilmente non si accorge neppure di morire. Sarà l’unico effimero conforto per i suoi compagni e per la famiglia.
Consigliamo di rintracciare un volume edito nel 2004 dalla Fondazione Giuseppe Fava “2004 UN ANNO” Una raccolta completa degli articoli pubblicati nel 1983 su “I Siciliani”
Il 5 gennaio del 1984 moriva a Catania, assassinato in un agguato mafioso, Giuseppe Fava. Quasi sessantenne, Fava era uno scrittore di fama nazionale oltre ad essere principalmente un giornalista e autore di teatro. Da un anno aveva fondato, insieme ad un gruppo di giovani giornalisti suoi soci nella cooperativa Radar, il mensile I Siciliani. Nell’editoriale del primo numero aveva elencato i temi di cui la rivista avrebbe cominciato ad occuparsi: la crescita spaventosa della mafia, il sogno fallito dell’industria, la corruzione politica, l’inquinamento delle coste e la campagna pacifista in risposta allo stanziamento di missili nucleari nelle Basi Nato della regione. I giornalisti, attraverso lo strumento dell’inchiesta, riuscivano così ad approfondire temi e questioni che l’informazione siciliana fino a quel momento non aveva preso in considerazione. Il tutto condito da una cronaca di stampo letterario, il continuo racconto delle storie di vita, un grande laboratorio di scrittura e nuovi linguaggi.
Così quel mensile di approfondimento diventava il manifesto della libertà di stampa in Sicilia: un giornale “senza padroni e né padrini” che si era rivelato un vero e proprio terremoto nel mondo della stagnante informazione regionale siciliana, oltre a diventare una spina nel fianco dei politici collusi e dei mafiosi. (estratto dalla tesi di laurea di Rocco Rossitto)
5 gennaio 2012
Programma della giornata
Ore 17,00
Via Giuseppe Fava Presidio alla lapide
Ore 18,30
Centro Zo, Piazzale Asia 6
Proiezione di “Un Siciliano come noi” di Vittorio Sindoni, organizzata dalla Fondazione Fava
Ore 21,00
Città Insieme, Via Siena 1
Incontro su I Siciliani giovani e presentazione del giornale
Dal 4 al 6 gennaio a Città Insieme, Via Siena 1
“Il Giornale del Sud/archivio del nostro Novecento” mostra fotografica di Giovanni Caruso e Aldo Ciulla. Montaggio di Maurizio Parisi
Approfondimenti:
Blog sulla testi di laurea di Rocco Rossitto, I Siciliani, analisi della rivista nel primo anno di vita, 2004 http://isicilianidigiuseppefava.blogspot.com/

