‘L’Erede Selvaggio’ retrospettiva di Ugo Attardi è il titolo della sua mostra che l’Ente Mostra di Pittura “Città di Marsala”, in collaborazione con l’Archivio Ugo Attardi, propone all’ex Convento del Carmine di Marsala (TP) dal 15 ottobre 2011 al 15 gennaio 2012.
La mostra, a cura di Sergio Troisi, prende in esame tutti gli ambiti della produzione artistica di Attardi: pittura, scultura, grafica e letteratura e giornalismo.
“L’erede selvaggio” è il titolo del romanzo con cui Ugo Attardi, finalista al Premio Strega, vinse nel 1971 il Premio Viareggio.
L’erede selvaggio racconta dell’infanzia e della formazione siciliana dell’artista, nato in Liguria. Il peso di questa “sicilianità”, intesa come eredità, stimolo culturale e impegno sociale, si avverte in tutta la produzione di Attardi che sa attraversare un secolo complesso dell’arte italiana ed europea secondo un proprio originale percorso. Si va dal raro gruppo di dipinti non figurativi della fine degli anni Quaranta, alle ricerche degli anni Cinquanta e oltre. Esposti tra le opere ci saranno anche ‘Crocifissione a Saragozza’ e ‘Gli assassini’.
Si tratta di una rara occasione di confrontarsi con opere importanti della storia dell’arte italiana del secondo Novecento che, all’epoca della loro prima apparizione, suscitarono un intenso dibattito critico. Ai dipinti è affiancata una ampia scelta dell’attività grafica di Attardi (disegni e incisioni) e una selezione delle opere scultoree in legno tra cui l’imponente “Cortese e la bellezza dell’Occidente”.
BIOGRAFIA
Ugo Attardi nasce a Sori (Genova) nel 1923, da genitori siciliani. L’anno seguente la famiglia si trasferisce in Sicilia.
A Palermo frequenta i corsi del liceo artistico e si iscrive alla Facoltà di Architettura che però non può frequentare a causa della guerra.
Ne 1945, su invito dell´amico Pietro Consagra si trasferisce a Roma, dove comincia l´attività di pittore.
Nel 1947-48, insieme ad altri giovani artisti (Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Concetto Maugeri, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato) dà vita al movimento Forma 1.
È stato uno dei firmatari del Manifesto dell’astrattismo. In questo periodo la sua pittura si esprime secondo modelli non figurativi neocubisti.
In un secondo momento, a partire dagli anni Cinquanta, si dedica ad un realismo dai forti accenti espressionistici, e compaiono nelle sue opere erotismo e violenza, tematiche fondamentali del suo immaginario pittorico.
Dal 1967 si dedica alla scultura e alla narrativa, mentre in parallelo con l’attività pittorica si sviluppa quella grafica e disegnativi, nella quale la plasticità dei contrasti chiaroscurali si alterna alla riduzione del segno in forme elementari ed essenziali.
Nel 1971 vince il premio Viareggio con un romanzo a sfondo autobiografico, “L’erede selvaggio”, illustrato con proprie incisioni.
I suoi monumenti sono collocati nelle principali capitali europee. Solo per ricordarne alcuni: “Il Vascello della Rivoluzione”, del 1988 si trova a Roma presso il palazzo dello Sport; “Nelle Americhe”, del 2002 a Buenos Aires; “Ulisse” del 1997 si trova a New York; “Il Cristo” del 2002 è entrato a far parte dei Musei Vaticani mentre una scultura raffigurante Enea è stata donata al popolo maltese e collocata all’entrata del porto della Valletta.
Ugo Attardi muore a Roma nel 2006.