Alla Tonnara di Vendicari (riserva naturale in provincia di Siracusa), giovedì 18 agosto, ci sarà lo spettacolo “QUASAR – Butoh, Danza ed Istallazione” di e con Valeria Geremia, a cura della Sicula Butoh.
Il Quasar è la più grande riserva d’acqua dell’universo, fonte d’immensa energia. Primordiale, evocatrice, purificatrice e distruttrice l’acqua delinea il percorso della danza; corpo acqua, memoria dell’acqua, cheta e tempestosa, origine di vita e forza spietata che accoglie speranze ed i resti di uomini. Acqua rituale, acqua contaminata….. il corpo narra e ritrova il suo elemento fluido, per disperdersi in un bagno purificatore.
Valeria Geremia
Inizia la formazione di danza dopo un lungo periodo di ginnastica artistica a livello agonistico. Nel 1986 si trasferisce a Berlino dove frequenta l’accademia di danza moderna Ballett Zentrum di Hans Vogl. Entra a far parte della compagnia berlinese Mezzodanza con la quale metteranno in scena vari spettacoli. Parallelamente, nel periodo berlinese, sviluppa il suo percorso artistico nell’ambito delle arti visive, che la portera’ ad allestire alcune mostre ed istallazioni. Segue un anno di residenza a Madrid, nel quale collaborera’ con il gruppo Artnophobia. Dal 1996 l’incontro con la danza Butoh polarizza completamente la sua ricerca; studia con Wendell Wells, Carlotta Ikeda, Masaki Iwana, Yuko Caseki, Imre Thormann, Schinichi Momo Koga, Akira Kasai. Nel 2002 ottiene una borsa di studio che la portera’ nuovamente a Berlino ad approfondire i suoi studi, ampliandoli grazie alla conoscenza della tecnica Michizo Noguchi e Yoga. Dal 1999 organizza eventi e seminari di danza Butoh nella citta’ di Catania. Dal 2002 ha realizzato gli spettacoli: La Dame Blanche, Solo per Isole del Sottosuolo, Die Mauer (Il muro), Micro Macro, Il Sogno, Pesci – Una Visione e Danza al Castel Ursino; Il Giardino Segreto ed inoltre collaborazioni con vari artisti.Nel 2007 consegue il diploma come operatore Shiatsu dalla A.E.M.A. Centro Studi Medicina Energetica ed e’ iscritta all’albo APOS (Assoc. Professionale Operatori Shiatsu). La sua tecnica e’ arricchita da Yoga, Shiatsu, Feldenkrais, tecnica Michizo Noguchi e dalla lunga esperienza nelle arti visive.
La tonnara di Vendicari
Detta anche Bafutu, ossia anticamente del Capo Bojuto, ebbe origine nel corso del Settecento in seguito al grande incremento che in Sicilia si era avuto nella concessione di tonnare a partire già dal Seicento.
E’ stata una tonnara di ritorno, di quelle, cioè, che, poste lungo le coste orientali e meridionali della Sicilia, catturavano i tonni dopo che questi, passata la stagione degli amori, andavano verso il mare aperto.
Ha avuto una storia non felice, soggetta, come è stata, a periodi di magra ed anche di totale chiusura. La vicinanza di altre tonnare più efficienti o meglio favorite da fattori ambientali ne ha condizionato l’esistenza.
E’ certo comunque che nei primi anni dell’Ottocento non doveva essere funzionante, perché il D’Amico non la include nell’elenco descrittivo di tutte le tonnare siciliane da lui pubblicato nel 1816. Sta di fatto che nel 1889 la tonnara di Vendicari non era in funzione.
Con un provvedimento della capitaneria di porto di Catania del 12 febbraio 1884, l’uso di essa addirittura fu soppresso, assieme a quello di altre della costa siracusana, a causa del suo scarso prodotto e allo scopo di avvantaggiare quella di Marzamemi.
Agli inizi di questo secolo si registrò un forte incremento del pescato e in quegli anni proliferarono, nelle tonnare, gli stabilimenti per la conservazione in scatola del tonno. Fu in questo contesto di rinascita dell’attività delle tonnare che nel 1914 il nobiluomo avolese Antonin Modica Munafò di San Giovanni, già possessore della salina, ebbe la concessione della tonnara di Vendicari che venne ristrutturata con impianti nuovi sui resti di quella settecentesca.
Fu, quella avviata dal Modica, l’ultima fiorente stagione di questa tonnara, la cui attività, pienamente fervida nel 1929, durò fino alla definitiva chiusura avvenuta nel 1943.
L’edificio a terra della tonnara, nel quale si entrava per un ampio cancello di ferro, comprendeva, oltre ad un cortile, separato dalla torre sveva mediante un muro perimetrale, lo stabilimento per la lavorazione del tonno, il magazzino, le abitazioni dei tonnaroti.
Il rais alloggiava con la sua famiglia nell’isoletta di Vendicari, dentro baracche di legno in prossimità dell’abitazione dei proprietari, i quali avevano una casa in muratura per alloggiarvi durante i lavori della tonnara.
Annualmente si prendevano settecento, ottocento tonni con il procedimento tipico usato nelle tonnare siciliane e la fase conclusiva della mattanza. Nel 1943 la causa immediata che determinò la chiusura della tonnara di Vendicari fu la guerra con lo sbarco alleato nella zona.
Oggi, quelli che erano i ruderi diroccati dello stabilimento con i suoi cento metri circa di lunghezza, i pilastri che ne sorreggevano il tetto, e la ciminiera altissima che domina silenzio del luogo, sono stati restaurati e consolidati da un intervento della Soprintendenza di Siracusa.
(tratto da www.salvalartesicilia.it)