Incontro con Ferdinando Scianna

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ferdinando-scianna-3-cataniaPer Ferdinando Scianna «il fotografo guarda cercando di vedere, ogni tanto vede qualcosa». 
«Le mie immagini sono costruite attorno alla struttura dell’ombra. Fotografia vuol dire scrittura di luce o scrittura con la luce, forse entrambe le interpretazioni sono valide». 
La peculiarità della fotografia? Catturare «una fetta di visibile, una fetta di tempo, l’irrevocabilità dell’istante». Quella del fotografo è «una maniera di vivere curiosa, schizofrenica, di vivere nel presente, sapendo di costruire memoria».

Il suo primo libro, a 21 anni, sulle feste in Sicilia: «da questo libro è nato tutto». «Il rapporto tra le immagini e le parole è molto importante, ma chi lo ha detto che un’immagine vale mille parole?» Quindi il libro come destinazione e il racconto come scopo. «A me interessava ciò che mi succedeva intorno, la vita quotidiana».
Raccontatore della vicenda umana, emigrato a Milano e poi a Parigi.
I lavori come “Quelli di Bagheria” e la fotografia di moda, «non era più la moda che isola il mondo, ma il mondo che viene coinvolto nella moda».
Dolce&Gabbana, «quel che volevano da me: “il nostro look con il suo feeling”». «Trasgredivo al mio tabù fondamentale e cioè intervenivo nel mondo». «La prima legge del decalogo bressoniano è il fotografo deve essere invisibile, non si deve intervenire sulla realtà, io invece dicevo mettiti qui, mettiti lì».
Con la sua musa, la top model Marpessa un racconto, la storia di un rapporto tra un fotografo e una modella. «Il punctum di Barthes, sul crinale tra la verità e la fiction, caratteristica della migliore moda che ho fatto». La candidatura a Magnum Photos, primo fotografo italiano a farne parte. Impegno sociale, grinta espressiva e fotografia di moda. »Ossessionato da un’idea di curioso», cita Oscar Wilde: “il mistero sta nel visibile, non nell’invisibile”.

Ferdinando Scianna (Bagheria, 1943) inizia a fotografare negli anni Sessanta raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d’origine. A soli ventun’anni pubblica, con saggio di Leonardo Sciascia, “Feste religiose in Sicilia”, che ottiene il Premio Nadar. Dopo essersi trasferito a Milano, comincia a lavorare per il settimanale “L’Europeo” come fotoreporter, inviato speciale, poi corrispondente da Parigi, dove vive per dieci anni. Il suo lavoro è molto apprezzato da Henri Cartier-Bresson, che lo invita ad entrare in Magnum Photos, della quale diviene membro nel 1989.
Fotografo tra i più versatili, dal 1987 in poi Scianna alterna il reportage in tutto il mondo con i lavori di moda e pubblicità, riscuotendo successo internazionale.

Martedì 22 novembre 2011
Centro fieristico “Le Ciminiere” (SALA C3), Piazzale Asia (viale Africa), Catania

Questo il programma

ore 18.00
incontro-dibattito sul tema: La fotografia: dentro la memoria, oltre la forma
con: Ferdinando Scianna e Marco Rizzarelli
coordina: Pippo Pappalardo

ore 20,30
proiezione del documentario: Ferdinando Scianna





locandina-acafPer gli amanti della fotografia segnaliamo per il giorno 8 dicembre un’iniziativa della Associazione ACAF (Associazione Catanesi Amatori della Fotografia) che in occasione dei festeggiamenti per il 25° anno di attività propone la mostra collettiva ” Fotografia testimone del tempo ” e la presentazione del nostro primo libro fotografico ” U iancu e u nìuru “realizzato con le immagini dei soci ma anche con le immagini dei grandi maestri della fotografia che in questi anni hanno ricevuto il premio FotoArte Sicila creato dall’Aacaf quale riconoscimento ai fotografi siciliani con notorietà internazionale . (Giuseppe Leone, Carmelo Bongiorno, Enzo Sellerio, Carmelo Nicosia , Ferdinando Scianna, Melo Minnella, Letizia Battaglia)

8 Dicembre 2011 presso lo Sheraton Hotel di Acicastello alle ore 17.




Author: Redazione

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