Catania: con un treno sulla testa o un parco sul mare?
Appello ai catanesi!
A distanza di un secolo e mezzo, con un copione che si ripete quasi identico, il centro storico di Catania sta per essere nuovamente sfregiato da un progetto ferroviario della società RFI (Rete Ferrovie Italiane) che prevede il raddoppio dei binari nella tratta ferroviaria tra Via Zurria e la stazione dell’Acquicella, ampliando la galleria e la trincea in pieno centro storico, che, contro la volontà unanime di tutti i catanesi, fu realizzata tra il 1866 ed il 1870 dalla società ferroviaria Vittorio Emanuele.
E’ come se una ferita, talmente profonda da non essersi mai rimarginata, venisse riaperta e ulteriormente scavata sul corpo vivo di una città, che guarda negli occhi impassibili del carnefice, il quale ha persino la pretesa di apparire come un benefattore che vuol realizzare un’opera di comune interesse, nonostante la volontà contraria dell’intera cittadinanza.
La parte interessata dall’intervento conserva nel sottosuolo alcune delle testimonianze archeologiche più significative della città, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, che verrebbero ad essere travolte e distrutte dall’intervento previsto da RFI.
In un incontro, organizzato dal Comune di Catania e dal Forum catanese della Cultura e dell’Ambiente – che vede riuniti la Sezione Sicilia dell’Istituto Italiano dei Castelli, l’Inner Wheel di Catania, l’Etna Garden Club, la Delegazione di Catania del FAI (Fondo Ambiente Italiano) e la Sezione Catania di Italia Nostra – al numeroso pubblico accorso sono stati illustrati con chiarezza da qualificati relatori i termini del problema e cioè le caratteristiche e le conseguenze del progetto della società RFI (che si è peraltro rifiutata di mandare un suo rappresentante ad illustrare il proprio progetto, contro ogni consuetudine democratica) e dall’altra quelle di un progetto alternativo, già inserito nelle proposte del nuovo PRG di Catania.
In quest’ultimo si propone che il tratto ferroviario in questione sia spostato su un tracciato diverso che, partendo dalla nuova quota della stazione, passi in galleria sotto la banchina del porto, attraversi sempre in galleria la colata lavica del 1669, fuori del perimetro del centro storico, per poi riallacciarsi al vecchio tracciato prima della stazione di Acquicella.
Ciò comporterebbe tra le altre cose la liberazione del viadotto sugli archi della marina per destinarlo alla fruizione come green-way, struttura qualificante per la vivibilità della quale la città di Catania è allo stato presente totalmente priva. Rilevata la realizzabilità sul piano tecnico ed economico di questa proposta alternativa con il presente documento, cui si allegano in calce le adesioni, il Forum intende sostenere senza riserve tutte le iniziative legittime volte ad impedire la realizzazione del disastroso progetto, che si vorrebbe imporre da parte di RFI, cioè di semplice raddoppio della linea esistente, per sostenere invece la realizzazione del detto progetto alternativo, che verrebbe incontro alle aspettative della comunità cittadina.
Un treno umano per dire no al raddoppio ferroviario Zurria- Acquicella. from cataniapubblica on Vimeo.
Per dire no anche tu
Sabato 23 giugno 2012 alle ore 17.00
Piazza Federico di Svevia (Castello Ursino)
Passeggiata nei luoghi di un disastro annunciato. Alle 18.00 Flash Mob.
Forum catanese della Cultura e dell’Ambiente:
Dott. Filippo Cosentino – Presidente della Sezione Sicilia dell’Istituto Italiano dei Castelli
Prof.ssa Eleonora Consoli – Presidente dell’Inner Wheel di Catania
Sig.ra Giovanna Cosentino – Presidente dell’Etna Garden Club
Prof.ssa Antonietta Mandalà – Capo delegazione di Catania del FAI (Fondo Ambiente Italiano)
Arch. Antonio Pavone – Presidente della Sezione Catania di ItaliaNostra