Alfio Antico

Nelle sue mani il tamburo esprime una vena poetica e teatrale dirompente.
Alfio Antico ha vissuto fino all’età di 18 anni facendo il pastore fra le montagne dell’entroterra siracusano e respirando le favole, le storie, i miti della cultura contadina.
I suoni delle 600 campane del suo gregge, le prime esperienze musicali nelle strade delle grandi città, fino all’incontro con i più famosi musicisti e uomini di teatro della grande tradizione italiana hanno contribuito a delineare un profilo artistico di assoluta originalità in Alfio Antico.
Il suo percorso comincia su sperdute e assolate colline siciliane; poi la fuga nel continente, a Firenze, allora certamente il più accogliente e meraviglioso contenitore da riempire di suoni.
Quest’ambiente è stato il ventre fertile delle sue prime esperienze artistiche; i contatti successivi e le collaborazioni con grandi artisti della musica e del teatro (Eugenio Bennato, Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Giorgio Albertazzi, Vinicio Capossela, Renzo Arbore, Roy Paci, Carmen Consoli) fanno di lui l’artista eclettico di oggi: musica, presenza, gestualità; maestria e virtuosismo eccelsi.
Si muovono da vent’anni nel solco della tradizione popolare e del suo rinnovamento con un progetto che prevede la ricerca e la rielaborazione di canti siciliani, ma anche la composizione di canzoni inedite nel rispetto dei motivi e delle forme tradizionali.
Gli elementi del gruppo sono polistrumentisti e cantanti di lunga esperienza il cui approccio alla musica è essenzialmente acustico, con un’attenzione particolare per il suono degli strumenti tradizionali: mandolino, mandola, mandoloncello, chitarra classica, chitarra acustica, contrabbasso, fisarmonica, organetto, piva, flauti e percussioni.
Roberto Fuzio: Voce, chitarra classica, acustica, percussioni.
Puccio Castrogiovanni: Fisarmonica, organetto, plettri, voce.
Gionni Allegra: Contrabbasso, plettri, voce.
Salvo Farruggio: Batteria e percussioni.
Enrico Luca: Flauto, Sax soprano, piva.
È nata a Catania, città dell’Etna. E’ una cantante di grande versatilità, con doti vocali così elevate che, nonostante lei abbia imparato a cantare da autodidatta, ha insegnato tecnica del canto per quattro anni alla Scuola di “Musica Moderna” di Ferrara e sucessivamente alla Scuola di Teatro “Baule dei Suoni” di Bologna.
Vivendo a Bologna, Rita ha mantenuto saldo il legame con la sua terra di origine grazie alla musica, ed in particolare grazie alle canzoni della grande cantante folk Rosa Balistreri, ormai scomparsa, ma che è stata per lei rivelatrice di grandi tesori del genere popolare siciliano.
Compositore, strumentista, ricercatore: queste le anime della complessa e poliedrica personalità artistica di Riccardo Tesi, autentico pioniere dell’etnica in Italia.
Dagli esordi decisamente folk nel 1978 al fianco di Caterina Bueno, alle odierne collaborazioni, la storia musicale del pistoiese Tesi vive di una preziosa continuità fatta di passione e di curiosità onnivore, che dalla tradizione toscana lo ha accompagnato al confronto con quelle italiane, basche, inglesi, francesi e malgasce, con il jazz, il liscio e la canzone d’autore.
In perfetta simbiosi con la sua poetica della memoria, il suo strumento: l’organetto diatonico, antenato della fisarmonica, al quale per primo in Italia, ha consacrato un intero disco intitolato “Il ballo della lepre” (1981).
Per conoscere le date e i luoghi degli altri concerti dell’estate 2011 in Sicilia vai all’articolo di girasicilia