Teatro Greco di Siracusa. XLVII Ciclo di Spettacoli Classici

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Si aprirà giorno 11 maggio con Filottete di Sofocle, nella traduzione di Giovanni Cerri, per la regia di Gianpiero Borgia; seguirà, il 12, la rappresentazione di Andromaca di Euripide, nella traduzione di Davide Susanetti, per la regia di Luca De Fusco. Le scene e i costumi sono di Maurizio Balò. Gli spettacoli andranno in scena a giorni alterni fino al 19 giugno. A seguire, Le Nuvole di Aristofane, dal 24 al 26 giugno, per la regia di Alessandro Maggi.

Andromaca di Euripide
La tragedia è ambientata in Tessaglia, dinanzi al tempio di Teti e presso la reggia di Neottolemo, figlio di Achille. Andromaca, dopo la caduta di Troia, è divenuta schiava di Neottolemo, da cui ha avuto un figlio, Molosso. Anche per questa ragione la “principessa-schiava” incorre nella gelosia di Ermione, sposa legittima di Neottolemo e figlia di Elena e Menelao, che la accusa di esercitare su di lei arti magiche per renderla sterile e potere così prendere il suo posto nella casa dello sposo.
Con la complicità del padre Menelao, Ermione trama per uccidere Andromaca e Molosso, ma l’arrivo di Peleo, padre di Achille, riesce a sventare il pericolo e fermare Menelao, che con un pretesto rientra a Sparta, abbandonando vilmente la figlia alla sicura vendetta di Neottolemo. Costei, per la paura e per l’affronto subito, tenta di suicidarsi, ed è a stento trattenuta dalla Nutrice. Giunge Oreste, figlio di Clitennestra e Agamennone, che rivela ad Ermione di aver già messo in atto un piano contro il figlio di Achille, con cui era entrato in conflitto proprio per la mano della ragazza, inizialmente promessa ad Oreste ma poi concessa a Neottolemo. Per vendicarsi, Oreste ha istigato gli abitanti di Delfi contro di lui, instillando il sospetto che egli volesse depredare il santuario dei tesori offerti dai devoti. Credendo alla calunnia, i Delfici gli tendono un agguato e fanno scempio del suo corpo, bersagliandolo con dardi e pietre per poi gettarlo fuori dallo spazio sacro. Il cadavere di Neottolemo è condotto a sepoltura da Peleo, confortato dalla sua sposa divina, Teti. La dea ordina che Andromaca si trasferisca nella terra dei Molossi, dove sposerà Eleno. Da Molosso nascerà una dinastia che governerà quella terra. Teti libererà Peleo “dai mali degli uomini” e lo renderà suo sposo immortale.
(Datazione: Intorno al 427 a.C.)

Filottete di Sofocle
La tragedia è ambientata sull’isola di Lemno. Filottete, partecipe della spedizione contro Troia, è stato morso da una vipera che gli ha procurato una ferita insanabile e infetta. I Greci, non sopportando la compagnia e le urla dell’ammalato, lo hanno abbandonato sull’isola di Lemno con l’arco che aveva ricevuto in dono da Eracle. Ma un vaticinio svela che l’arco di Eracle costituisce l’unica arma in grado di debellare la resistenza dei Troiani: l’abbandonato, l’escluso, diviene improvvisamente il perno della conquista della città nemica. Ora Odisseo torna sull’isola accompagnato dal giovane Neottolemo, figlio di Achille, per sottrarre con l’inganno l’arco a Filottete: fingendosi nemico di Odisseo e degli Atridi, Neottolemo dovrà guadagnarsi la fiducia dell’eroe. Il “piano”giunge a buon fine, quando Filottete, colto da un accesso del suo male, consegna l’arco al giovane “amico”. A questo punto, in preda al rimorso, il figlio di Achille si oppone ad Odisseo, mostrando nobiltà d’animo e rispetto nei confronti del sofferente, a cui restituisce l’arma tentando invano di persuaderlo a imbarcarsi con loro per conquistare la città nemica. L’intervento ex machina di Eracle sancisce la risoluzione dell’intreccio e la partenza di tutti per Troia dove Filottete sarà curato e la città conquistata grazie all’arco e al suo possessore.
(Datazione: 409 a.C.)

Le Nuvole di Aristofane
Il vecchio Strepsiade è sull’orlo della bancarotta per via dei debiti contratti dal figlio Fidippide a causa della sua passione per i cavalli. Per questa ragione, cerca di invogliarlo a frequentare la scuola di Socrate ed imparare a rendere più forte il discorso più debole, così da poter vincere sui creditori servendosi in tribunale di argomenti ingiusti. Dinanzi al rifiuto del figlio, Strepsiade si reca di persona dal celebre filosofo, che gli appare sospeso in aria, assorto a scrutare i fenomeni celesti. Per ottenere quanto desidera – afferma il maestro – Strepsiade dovrà abbandonare gli dei tradizionali ed affidarsi alle Nuvole, le sole divinità.
Le lezioni tuttavia confondono le idee a Strepsiade, che viene cacciato per la sua stoltezza ed ora costringe il figlio ad andare a scuola da Socrate per apprendere i due discorsi: quello Migliore e, soprattutto, quello Peggiore, che sostenendo il torto è in grado di capovolgere il primo. I due discorsi, personificati, si affrontano ora in un agone, che termina con la vittoria del Discorso Peggiore, a cui Fidippide viene “affidato” per imparare a stravolgere il diritto a proprio vantaggio. Grazie agli insegnamenti del Discorso Peggiore i creditori sono infatti annientati, ma questa abilità si ritorce ora contro il vecchio Strepsiade, quando viene picchiato dal figlio che riesce persino a giustificare l’azione supportato dalla acquisita arte della parola. Se i genitori picchiano i figli “per il loro bene”, questi possono fare altrettanto e rendere loro il favore. Per di più, è giusto che i vecchi le prendano, perché meno dei giovani dovrebbero sbagliare…La prevaricazione verbale di Fidippide si amplifica in un crescendo che lo porta a minacciare di picchiare anche la madre. A questo punto Strepsiade, pentito delle proprie azioni e di aver rinnegato gli dèi, si precipita verso il pensatoio di Socrate per dargli fuoco.
(Datazione: Le Nuvole furono rappresentate alle Dionisie nel 423 a C. Il testo a noi pervenuto è però l’esito di una rielaborazione successiva, svolta dall’autore negli anni compresi tra il 422 e il 417 a.C.)


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Author: Redazione

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