I Monti Rossi costituiscono un apparato vulcanico strettamente connesso ad una delle più disastrose eruzioni etnee: quella del 1669. Essi, in effetti, più che due distinti rilievi sono un unico classico cono avventizio formato da piroclasti (ceneri, lapilli e sabbie) eiettati nel corso di quel parossismo; la erronea denominazione plurima deriva dalla presenza di due cuspidi (946 m e 930 m) che, viste da una particolare angolazione danno l’impressione di essere in presenza di due montagne. I Monti Rossi si trovano in prossimità della cittadina di Nicolosi, che, più degli altri centri pedemontani, viene considerata la porta dell’Etna.
Attualmente i Monti Rossi sono quasi del tutto coperti da una pineta che, anch’essa, rappresenta un interessante questione naturalistica. Si tratta di un bosco impiantato negli anni Trenta del passato secolo dall’Ente Foreste Demaniali, con l’intento di impedire l’erosione meteorica del rilievo.
Salita ai monti
Giunti a Nicolosi si percorra la via Etnea e la via Livorno fino ad imboccare la SP 92 che porta al Rifugio Sapienza. Dopo 1,5 Km si arriva (a sinistra) all’innesto di una strada asfaltata che porta all’Area Turistica Attrezzata “Monti Rossi”. Si lasci questa strada e si vada avanti, a circa cento metri si trova, ancora sulla sinistra, un secondo innesto che conduce ad Centro Sportivo, ad una piscina, ad un camping, alla Grotta delle Palombe, al Monastero Benedettino e alla Pineta. Si imbocchi questo innesto (via Pio La Torre), si sorpassi il Piazzale Monti Rossi, si percorra via Goethe, finché si giunge ad un’ampia rotonda. In quest’ultima si individui una sbarra metallica che chiude una carrareccia in salita.
Lasciato il mezzo nella rotonda si scavalchi la sbarra e si percorra la carrareccia che si sviluppa al bordo della pineta (a, della tavola II). Si giungerà in un’ampia radura dove sono stati allestiti tavoli in legno per picnic e dove spicca una grossa bomba vulcanica del peso di qualche quintale. Dirigendoci ora verso destra, in direzione di un rigoglioso ginestreto, giungeremo sullo spuntone di 858 m, dove, sempre che non ci siano state recenti piogge di ceneri, potremo raccogliere particolari cristalli (augite), propri delle lave etnee.
Ritornati indietro verso l’area per picnic imboccheremo un facile sentiero in leggera salita che, sul suo lato a monte risulta protetto da un parapetto di legni intrecciati. Arriveremo così ad affacciarci dentro il cratere. Da qui ci dirigiamo verso la seconda meta che è la cima di 946 m, la più alta del monte. Per raggiungerla attraverseremo un ginestreto, misto a lecci, in erta salita. La fatica per percorrerlo sarà ben ripagata, poiché giunti alla cima potremo spaziare lo sguardo su tutta la Piana di Catania ed inoltre sarà facile seguire il percorso delle colate laviche del 1669 che, dopo aver circuito il cono di Mompilieri, giungono fino alla spiaggia di Catania. Il panorama sarà particolarmente dettagliato se compiremo l’escursione nel pomeriggio. Un altro particolare: qualora ci trovassimo sul posto quando i raggi del sole sono radenti, vedremo sul terreno un diffuso scintillio: sono i già citati cristalli di augite che anche qui abbondano.
Riscendiamo dalla cima di 946 m per passare alla cima di 930 m. Vi troveremo una torre di vedetta del servizio forestale ed una grande croce metallica, che fu collocata dai fedeli nel 1928. Esamineremo inoltre i tufi formatisi per costipazione dei piroclastiti sciolti, che hanno un colore rosso ruggine, da cui l’attuale nome del cono che stiamo visitando. Prenderemo ora la via del ritorno, non dimenticando di dare uno sguardo alla conca craterica, dove si scorge una fitta vegetazione di Ginestra e Leccio e dove sono frequenti avvistamenti di voli di uccelli rapaci. A metà del bordo del cratere, sulla destra, individueremo un viottolo che si dirige a valle appositamente attrezzato dal Corpo Forestale con gradini fatti da tronchi d’albero per rendere agevole il percorso.
Questo sentiero a gradini ci conduce all’Area Turistica Attrezzata “Monti Rossi” .
(tratto da S. Arcidiacono, Guida Naturalistica della provincia di Catania, Giuseppe Maimone Editore, 2003 Catania)
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19 Luglio 2011
Non per niente Nicolosi è la porta dell’Etna